Un proverbio africano dice così “Quando non sai dove stai andando, ricordati da dove vieni.”

Eccoli dunque scendere dallo scuolabus, percorrere una piccola strada leggermente in salita, passare sotto un arco in mattoni pieni del 1400 e arrivare su di un dosso naturale nel centro del paese, dove nel 1896 l’Ingegner Luigi Marzoni vi edificò una bella casa di campagna.

Siamo a Tornaco, un piccolo comune di 875 abitanti della provincia di Novara, a Villa Marzoni, un edificio su tre piani a cui si accede attraverso un ampio cortile porticato da un lato.

Loro sono i bambini della scuola primaria “G. Pascoli” dell’I.C. Ramati di Cerano. Quando abbiamo raccontato che Villa Marzoni, oggi, è sede permanente del Museo della Civiltà Contadina della Bassa Novarese, volevano saperne di più.

Ad accoglierci, la nostra guida il Sig. Domenico Bernascone. E’ subito evidente che lui conosce la lingua degli adulti e dei bambini. Prende tutti per mano e accompagna i bambini in un bellissimo viaggio di scoperta, noi invece, prendiamo la strada dei ricordi. Partiamo dal basso e iniziamo a salire, all’interno varie stanze con soffitti in legno a cassettoni dove abbiamo ammirato ricostruzioni di ambienti domestici della civiltà contadina, come la cucina e la camera da letto.

Un’aula scolastica con i banchi e la lavagna di una volta; Domenico in questa sala, ci porta nella storia di Pinocchio, il più famoso burattino di legno a cui sono cresciute le orecchie d’asino perché aveva deciso di abbandonare la scuola. Entriamo in sale che con i loro oggetti, attrezzi, arredi e documenti raccontano la storia del duro lavoro nelle stalle, la produzione di latte, burro e formaggio; la macellazione del maiale; la lavorazione della lana. Con le valigie di cartone, arriviamo fino in Argentina in cerca di fortuna.

Sentiamo di essere arrivati al capolinea del nostro viaggio. Domenico propone di accompagnare i bambini nella stanza segreta. E anche noi, che più bambini non siamo, ci guardiamo con gli occhi che si interrogano. Saliamo ancora,  uno dietro l’altro fino in cima. La luce che entra dalle immense vetrate ci racconta che siamo i benvenuti. I tetti di Tornaco, sono sotto di noi. Uno stormo di Ibis sacro ci saluta passandoci a fianco. Questa sala è completamente dedicata al riso,  racconta la storia della vita nella risaia, delle fatiche delle mondine e dei trebbiatori.

Lasciamo questo luogo, forse, con una consapevolezza in più.

Per riprendere il proverbio africano, possiamo dire che il vero viaggio di scoperta, non è sempre e solo andare verso nuovi lidi, ma anche tornare al punto di partenza con nuovi occhi.

Marzo 2023

Laura Sturaro e tutto il Team Docenti

Scuola Primaria “G. Pascoli” di Vespolate

La classe 4^ della Scuola Primaria di Vespolate in gita a Torino, nel Salento e ad Urbino alla sede della Croce Rossa e alla Caserma dei Vigili del Fuoco.

Per il secondo anno consecutivo, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, le gite scolastiche sono state sospese, ma gli alunni di classe quarta della Scuola Primaria “G. Pascoli” di Vespolate hanno avuto modo di far parte della super scolaresca che ha partecipato ad alcune gite online organizzate da Cody-Trip, in collaborazione con l’Università di Urbino, Giunti Scuola e Alpitour.

Insieme alla loro maestra, con l’emozione che da sempre caratterizza ogni gita scolastica, il 22 aprile alle ore 9:18, hanno attivato il collegamento via web ed è apparsa sullo schermo della Lim, la stazione di Torino Porta Nuova, punto da cui hanno dato inizio ad una straordinaria esperienza che li ha visti percorrere le vie del centro storico per poi fare tappa in uno storico caffè in Piazza Carignano: al Caffè Pepino, dove i bambini hanno assistito alla preparazione del “Bicerin”, bevanda di tradizione torinese. In seguito li aspettava la tanto attesa visita al Museo Egizio, che nell’immaginario di ogni bambino scatena fantastiche storie di mummie e sarcofagi.

All’uscita dal Museo, dopo una breve passeggiata, sono giunti ad ammirare i Giardini di Palazzo Reale, le Sale interne e la Cappella della Sindone. I bambini sono stati più volte chiamati in causa con ruolo di partecipanti attivi e si sono entusiasmati perché hanno avuto la possibilità di interagire rispondendo alle domande che gli venivano poste, scegliendo fra tre opzioni rappresentate da bottoni di colori diversi sui quali cliccare. Anche nel pomeriggio la gita si è animata perché, all’interno di un istituto scolastico torinese, i partecipanti sono stati coinvolti in un percorso di Coding.

Poco dopo le ore 16:00 la gita si è conclusa, perché la campanella ha scandito il momento dell’uscita da scuola, ma insieme ai genitori, con i quali è stato condiviso il link dell’evento, i bambini hanno continuano da casa a partecipare alla esclusiva esperienza che è terminata dopo cena con la storia della buonanotte.

Gli alunni, straordinariamente affascinati, hanno espresso il desiderio di ripetere l’esperienza e così sono partiti dal Nord per raggiungere il Sud, alla volta del Salento o, a detta dei bambini, nel tacco d’Italia. Il 13 maggio, con tanta voglia di scoprire nuove realtà, hanno esplorato le diverse sale del MarTa, il Museo Archeologico di Taranto, che ha catturato subito l’interesse di tutti, perché i bambini hanno concretizzato sul campo ciò che sui libri stavano studiando. Il giorno seguente eccoli di nuovo pronti a scorrazzare tra le anguste vie dei trulli di Alberobello.

Il ciclo di gite non poteva che concludersi con la visita della Sede della Croce Rossa di Urbino, dove guidati, gli alunni hanno simulato la rianimazione di un peluche; successivamente si sono diretti alla Caserma dei Vigili del Fuoco. Entusiasti delle esperienze vissute, anche se in modalità virtuale, gli alunni sperano che “se ne vada via il Covid” per ritornare a visitare, questa volta in presenza, il Museo Egizio di Torino.

Maria Grazia Monfrinotti

Le classi della scuola primaria e le sezioni di scuola dell’infanzia del nostro istituto scoprono un modo diverso di far scuola: la scuola all’aperto.

La scuola non è solo in classe tra banchi e libri; le occasioni di apprendimento sono ovunque, occorre solo imparare a coglierle. Quindi scopriamo che ciò che studiamo è concreto e intorno a noi. L’ambiente esterno diventa ambiente di apprendimento.
Ecco perché da quest’anno scolastico gli insegnanti hanno aderito al progetto di “OUTDOOR EDUCATION”, che si propone di svolgere parte delle attività programmate utilizzando gli spazi esterni alla scuola.
Il progetto si basa su modelli teorici di riferimento che hanno fatto la storia della pedagogia: da Locke a Rossueau, da Dewey a Maria Montessori e alle sorelle Agazzi. Fino a giungere alla moderna pedagogia che suggerisce come gli spazi aperti aiutano a rilassarsi e fanno stare bene.
Ecco una presentazione che ne riassume la validità didattico-pedagogica:

Far scuola all’aperto va incontro anche alla necessità di evitare di far trascorrere ai bambini molte ore consecutive in spazi chiusi che andrebbero aerati frequentemente e non solo a causa del Covid 19.

Le attività all’aperto rientrano in una programmazione mensile e comprendono qualsiasi  disciplina curriculare, sono calendarizzate e concordate dai docenti in modo flessibile, adattandole in base alle condizioni del tempo.

Inutile dire che la didattica all’aperto ha riscosso il consenso unanime degli alunni: le uscite sono apprezzate, rendono piacevole lo stare insieme “a distanza” e riducono lo stress dell’indossare continuamente le mascherine, così come previsto dal nuovo DPCM.

Vi mostriamo una carrellata di immagini della SCUOLA ALL’APERTO dei bambini dall’infanzia alla primaria.

Cristiana Ruggerone e
Silvia Canelli (responsabile del
Progetto Outdoor Education)

SCUOLE DELL’INFANZIA

Borgolavezzaro

Cerano

Nibbiola

SCUOLA PRIMARIA

Borgolavezzaro

Cerano

Garbagna

Vespolate

Dopo anni, torna finalmente, il basket a Vespolate.

Che gioia infinita rivedere quella “palla ruvida ed arancione” rimbalzare al suolo, dopo aver subito la spinta effettuata dalle mani dei nostri alunni, osservarla rotolare a terra dopo essersi innalzata verso il cielo ed aver centrato il canestro, udire quella “melodia” che segue il ritmo incessante, forte e deciso del palleggio… e poi quel soffio… la retina che si sposta facendo vibrare l’aria come un battito d’ali… e il cuore colmo di gioia…il basket, per questo,è uno sport meraviglioso!

Difficilmente si trova tanta professionalità ed empatia in istruttori giovani, qualità emerse, in modo ineccepibile, nel gestire le lezioni e nel modo di rapportarsi coi bambini, dagli istruttori Gamba Serena e Scaglia Alessandro dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Basket College Novara. Il presidente Delconte Andrea crede in questa “missione”, riportare il basket novarese, legato, da troppo tempo, ad un progetto minimale, ad essere uno sport di alta qualità, per tale motivazione è utile la collaborazione con le scuole, promuovere e far conoscere ai ragazzi questo sport. Il basket aiuta a crescere e non soltanto a livello fisico ma soprattutto a livello mentale, essendo un gioco di squadra è inevitabile sviluppare un senso d’amicizia, di collaborazione, d’umiltà, d’altruismo…

“Non chiederti mai cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te ma, al contrario, chiediti cosa tu puoi fare per loro”, parole di Magic Johnson.Si può dire che il basket è un po’ una filosofia di vita, quella tipica di chi è disposto a compiere sacrifici per una “vittoria” di squadra, quella di chi vede nel pallone un mezzo di sfogo personale, quella di chi sa prendersi le proprie responsabilità, magari quando mancano solo pochi secondi alla fine della partita, ma è anche quella di chi vuole mettersi in discussione, accettando anche le sconfitte sia in campo, sia nella vita…Il basket è pura emozione!

Manuela Donati

Poesie sul Basket

Faticare, correre, saltare,
difendere e attaccare…
Fallo, rimessa, anticipa,
tira, passa, raddoppia,
taglia per segnare,
ferma l’avversario,
non farlo passare.
Tra il canestro e la palla,
mai dietro, mai di lato,
aiuta il tuo compagno;
testa alta, passaggio teso,
non buttare via la palla,
non cadere nelle finte.
Fatica, sudore, lividi,
ansia e tensione…
vincere di uno,
perdere di cento,
segnare mille punti,
espulsione al primo tempo.
Fatica, sorrisi e amicizie,
qualche amara lacrima,
tante risate insieme…
Il pubblico, l’allenatore e il capitano,
infiniti cuori che battono
per una sola parola
che dice tutto questo:
pallacanestro.
di Visbs88
Il basket:
lo sport più bello del mondo
Una semplice palla che tieni tra le mani può diventare tua schiava e tua complice.
Amica del tuo palleggio …
Amante del tuo gioco …
Alleata da sempre …
Nemica dei tuoi nemici …
“Baciatrice” delle tue dita che la sfiorano in un brivido possente…
Il basket…
Quando arrivi in area di tiro, l’adrenalina sale e con essa la volontà di far canestro…
Abbandonare la palla, la nostra amica al suo destino…
Rimarrà nostra fedele alleata? Entrerà nell’anello?
Carichiamo il tiro con precisione e tecnica …
Saltiamo, ci eleviamo con un salto verso l’infinito…
Verso la vittoria …
Indirizziamo e lanciamo la palla verso il cielo, verso la luce…
Tutta la nostra speranza l’abbiamo donata a quel tiro, a quel lancio…
Chissà se vorrà donarci un po’ di felicità, questa avida e sovrana palla?
Magnanima, ce la regala…
Entra nel canestro …
Non uno sfioramento dell’anello, solo un lieve movimento della rete che rallenta, dolcemente, la sua caduta …
Lancio precisissimo sia in mira che in potenza…
Un piccolo sogno che si è avverato…
Solo con la vera passione si vincono le grandi partite della vita…
il basket insegna questo!
Tratta dal sito: Basket Cafè Forum

Prosegue il progetto: “Lo sport è vita”.

Nel mese di dicembre, tutti gli alunni della scuola primaria “Giovanni Pascoli” di Vespolate hanno avuto modo, come già avvenuto in passato, di partecipare ad alcune lezioni di twirling. Grazie all’interessamento dell’istruttrice Veronesi Elena, dell’Associazione Sportiva twirling di Borgolavezzaro (affiliata col CONI), e alla cortese disponibilità dell’istruttrice Magnaghi Noemi, formata presso la società sportiva Twirling Club di Romentino, che ha tenuto le lezioni, è stato possibile rivivere un’esperienza positiva, gratificante e divertente.

La Signorina Noemi, insegnante di twirling da tre anni, dopo un vissuto da atleta, a livello agonistico, con A.S.D. ginnastica twirling di Oleggio, ha saputo trasmettere pienamente la propria passione per tale sport, coinvolgendo i bambini che si sono, da subito, dimostrati interessati e desiderosi d’imparare. Il Twirling è uno sport individuale e di squadra, maschile e femminile, caratterizzato dall’uso di un attrezzo denominato bastone e da movimenti del corpo che seguono con armonia una base musicale.

Anche il Twirling, può rappresentare, per i bambini, un’opportunità di crescita sana e consapevole, un’occasione per far acquisire abilità, competenze motorie e stili di vita attivi, strettamente collegati alla prevenzione delle principali patologie causate dalla sedentarietà e dalla scarsa attività fisica. Le caratteristiche distintive del Twirling sono: l’uso del bastone, come già detto, che permette di creare immagini visive e figure eseguite con destrezza, fluidità, precisione e l’espressione del corpo attraverso la danza e i movimenti ginnici che danno dimostrazione di forza, flessibilità, bellezza, estetica ed armonia.Osservare gli atleti che praticano questo sport permette a ciascuno di noi di sognare … la musica coinvolge, i movimenti trasportano e si aprono le porte di infiniti mondi… gli spettatori rimangono rapiti dall’atmosfera magica che si crea…

Ricordiamoci, sempre, che la pratica sportiva è un microcosmo della vita fatto di sacrifici, applicazione costante nel proprio lavoro,fatica, sudore, coraggio,superamento dei propri limiti, rispetto delle regole, sconfitte e successi, lacrime e sorrisi, illusioni e sogni realizzati… ma soprattutto un modo sano di intendere la vita a prescindere dallo sport praticato e dai successi ottenuti.

Manuela Donati

Dicembre è il mese che il nostro istituto ha voluto dedicare agli Open Day.

Qui di seguito potete trovare gli opuscoli informativi con l’offerta formativa didattica delle nostre scuole.

SCUOLA DELL’INFANZIA

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    Ecco una galleria di immagini con i bambini dell’infanzia.

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

Leggi o scarica opuscolo
Guarda il video di presentazione della Scuola Secondaria di I grado di Cerano.

Guarda la PRESENTAZIONE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI VESPOLATE

Ecco le date in cui le scuole dei vari plessi, dall’infanzia alla secondaria di I grado, si sono aperte alle famiglie per illustrarne l’offerta formativa:

Le pigotte non sono le bambole descritte da Gianni Rodari nella sua poesia, infatti, quest’ultime hanno tutto… “letto, carrozzina e mobili da cucina…” ma nell’ultimo verso, il più significativo, si legge: “… ci sono bambini che non hanno niente”.

Forse è proprio così… le pigotte sono bambole di pezza “speciali”, realizzate a mano da volontari di tutte le età, in grado di aiutare i bimbi che non hanno nulla. Ogni pigotta è protagonista di un cerchio d’amore che coinvolge e unisce chi la realizza, chi decide attraverso l’adozione di compiere un gesto di solidarietà e il bambino che avrà la possibilità di sopravvivere, di crescere e di sorridere al futuro grazie agli aiuti dell’UNICEF.
Giovedì 14 novembre, i ragazzi di classe quarta e quinta, della scuola primaria: “Giovanni Pascoli” di Vespolate, supportati dalle gentilissime signore dell’associazione “Amici della biblioteca”, hanno iniziato a creare le meravigliose pigotte da adottare. Nella parte pratica del confezionamento è stato commovente vedere mani esperte guidare piccole mani che con entusiasmo, con buona volontà e credendoci si cimentavano nell’arte del taglio e del cucito.
Gli alunni, in un secondo momento, sono stati guidati a riflettere profondamente sulle reali finalità di questa attività, partendo dai giusti principi indicati nella “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” (20 novembre 1989) e sul compito fondamentale che riveste l’UNICEF nel raggiungere ogni bambino in pericolo, ovunque si trovi, portando vaccini, alimenti terapeutici, costruendo pozzi, scuole e portando assistenza.
Ecco alcuni versi per continuare a riflettere ed essere solidali…

Manuela Donati

“Adotta una pigotta”
L’UNICEF è un istituto
che da sempre porta aiuto:
i bambini da salvare,
la pigotta da adottare.
È una bambola di pezza
che ti ruba una carezza,
con un piccolo nasino,
e due occhi grandi, grandi,
che ti guardano raggianti.
Dal vivace grembiulino
dell’amato paesino,
con lo scialle ricamato
sulle spalle, lì posato.
Or si mette in eleganza
per volare nella danza.
Lei è pure sbarazzina
indossando la vestina,
disinvolta in pantaloni,
senza spille ne bottoni
e la bella minigonna
o la sottana della nonna.
È creata da signore,
che lavorano col cuore,
coi bimbi nella mente
spenti già alla sorgente,
molto fragili e sperduti
certe volte nei rifiuti,
che scordati dai potenti
sono soli e sofferenti.
Non fa nulla se di pezza,
tu regali una carezza
ad un bimbo assai lontano
bisognoso di una mano,
bisognoso di speranza
di calore e fratellanza.
Quando a volte piano piange
se una mano gli si stringe,
ecco accendersi il sorriso…
non più lacrime sul viso.
Forse sogna la pigotta
che la terra non sia rotta,
forse sogna… chi lo sa…
un cestino di bontà.
Norma Bombelli

“Miglior utilizzo dell’energia mentale e fisica per un risultato concreto… Crescere e progredire tutti insieme…”

Avendo già riportato, in altri articoli, la seguente metafora: “Il judo ha la natura dell’acqua. L’acqua scorre per raggiungere un livello equilibrato. Non ha forma propria, ma prende quella del recipiente che la contiene. È indomabile e penetra ovunque. È permanente ed eterna come lo spazio e il tempo. Invisibile allo stato di vapore, ha tuttavia la potenza di spaccare la crosta della terra. Solidificata in un ghiacciaio ha la durezza della roccia. Rende innumerevoli servigi e la sua utilità non ha limiti. Eccola, turbinante nelle cascate, calma nella superficie di un lago, minacciosa in un torrente o dissetante in una fresca sorgente scoperta in un giorno d’estate.”, che, personalmente, trovo incisiva e profonda, mi piace proporre, questa volta, una breve leggenda per esplicitare l’aspetto più immediato del judo, visto, puramente, come tecnica di combattimento. Si narra che un medico giapponese, un giorno, ebbe un’illuminazione osservando una copiosa nevicata… Vide due alberi, un salice e un abete, entrambi carichi di neve; mentre il primo faceva cedere i propri rami sotto il peso di questa fino a toccare la terra e quindi scaricando su di essa l’acqua cristallizzata per poi tornare alla sua posizione naturale, più forte di prima, il sempreverde rimaneva rigido e sopportava, con gran fatica, il peso della neve, finché questa, diventata troppo pesante, iniziò a spezzare i suoi rami…

Assecondare i movimenti dell’avversario sfruttando, la sua forza per farlo cadere, è il principio basilare di quest’arte marziale. Il judo, termine derivante da due ideogrammi: JU e DO, che significano rispettivamente adattabilità e via, quindi “via della flessibilità”, ha una valenza poliedrica che merita di essere rimarcata. Il judo è uno sport impregnato di importanti principi filosofici idonei alla formazione fisica e caratteriale del praticante, in particolare, come sostengono numerosi psicologi dell’età evolutiva, nei bambini il judo è capace di migliorare la fantasia, l’intelligenza e le capacità di movimenti complessi, in un contesto di serena disciplina in cui imparare a relazionarsi con gli altri e a misurarsi con se stessi.

Anche quest’anno, per gli alunni della scuola primaria “Giovanni Pascoli”, è stato possibile seguire, grazie alla proficua collaborazione con l’associazione sportiva dilettantistica judo di Borgolavezzaro, un percorso formativo dove lo sport presentato è stato un ottimo mezzo per incrementare le potenzialità corporee e per insegnare norme di comportamento basate sul rispetto reciproco. Gli istruttori, Ballarini Giuseppe e Fantucci Matteo, hanno saputo catalizzare la loro attenzione utilizzando semplici “ingredienti”: pazienza, esperienza, determinazione, rispetto, divertimento. Il judo è una disciplina utile per padroneggiare il proprio corpo, superando limiti e paure, e per incrementare la forza intellettuale e morale dell’individuo.

Cosa sia il judo si apprende compiutamente dalle parole del suo creatore, Jigoro Kano:
«Il Judo è l’arte di utilizzare col massimo rendimento la forza umana: utilizzare la forza umana vuol dire farle assumere diverse forme e farle raggiungere diversi risultati. Combattere per la gioia di vincere, cercare la robustezza del proprio fisico, coltivare la forza senza perdere nulla in scienza e in intelligenza, migliorare l’uomo rispetto alla vita sociale: ecco i fini che deve avere uno sport che vuole rendersi utile nella vita di una razza e di una nazione. Ed ecco ciò che si propone il Judo, il quale non ha solo lo scopo di educare il corpo, ma vuole anche plasmare moralmente e intellettualmente l’individuo per formarne un ottimo cittadino. Per questo il Judo in Giappone non viene considerato come un’arte, ma come una cultura, che oltre ad offrire un’utilità immediata con la difesa personale per la vita, rinvigorisce i sentimenti migliori dello sportivo e dell’uomo».
Concludendo, il judo è una disciplina adatta a tutte le età…. conosciuta dai piccoli come “gioco”, stimata dai grandi per la ricchezza interiore che sa donare, costituendo una vera e propria filosofia di vita.

Manuela Donati

Lo sport è vita, è salute, è amicizia e tanto… tanto altro!

Anche quest’anno è partito, nel mese di ottobre, il progetto riguardante la psicomotricità per tutti gli alunni della scuola primaria, “Giovanni Pascoli”, di Vespolate. Tale iniziativa attuabile grazie alla collaborazione di esperti esterni, appartenenti a varie associazioni sportive, che, gentilmente, hanno messo a disposizione la loro professionalità e la loro grande passione per la disciplina da loro praticata, riscontra sempre l’interesse e l’entusiasmo dei nostri ragazzi, oltre ad essere, per noi insegnanti, un momento di formazione e confronto.

Come già detto, da anni ormai, l’attività fisica ha innumerevoli effetti positivi, sia per quanto concerne la sana crescita dell’individuo (basti pensare, ad esempio, alla pratica sportiva come prevenzione all’obesità, causa, spesso, di uno stile di vita sedentario, sia sullo sviluppo psicofisico dei nostri bambini (si crede che lo stress sia una prerogativa del mondo degli adulti, ma, al giorno d’oggi, anche i piccoli sono soggetti, talvolta, a situazioni problematiche e sentono la necessità di “scaricare” le loro tensioni e di accrescere la propria autostima anche attraverso lo sport). Potremmo elencare altri mille fattori oggettivi dell’attività motoria come la creazione di relazioni sociali, dato che spesso si lavora in gruppo richiedendo la collaborazione di tutti anche degli elementi più timidi ed inibiti, o i benefici legati all’apprendimento in quanto si migliorano le capacità cognitive, la coordinazione, l’attenzione, la concentrazione… È importante far vivere lo sport, ai bambini, in maniera serena per rendere queste esperienze vere occasioni di crescita e di sviluppo personale, favorendo la mediazione, il confronto, il rispetto delle regole anche nel gioco. Incoraggiare, stimolare, far accettare la sconfitta e il senso di frustrazione che ne può scaturire, è il compito di un buon educatore e di un allenatore corretto ed attento,le aspettative e le richieste di risultati devono essere equilibrate ed adeguate alle reali capacità del soggetto per evitare l’ansia da prestazione; una sana competizione sportiva può trasformarsi in una fonte d’emozioni ed in un motore di crescita.

La psicologa Dott.ssa Sarpato Annabell, autrice del libro “Psicologia per bambini felici”, dice: “Lo sport è divertimento, è gioco, è passione e condivisione… Come tale, dunque, deve essere vissuto… È disciplina ma anche risate, allegria, spensieratezza, amicizia, rispetto… lasciamo ai bambini, quindi, il diritto di non essere dei campioni a tutti i costi ma individui consapevoli, sereni ed equilibrati”. Il primo istruttore che, con spiccata empatia, elevata professionalità e particolare pazienza, ha allietato ed animato le lezioni di motoria è stato il Signor Pelucco Luigi, per tutti Ginny, dell’associazione sportiva “Volley delle risaie”. Oltre ad aver trasmesso la tecnica di alcuni fondamentali della pallavolo (come la battuta o servizio, il bagher, il palleggio…) ha, sicuramente, saputo osservare, capire e porsi in modo adeguato e costruttivo,regalando, non solo sorrisi ma anche insegnamenti significativi. Nel mese di novembre, ci avvarremo della proficua collaborazione degli istruttori Signor Ballarini Giuseppe e Signor Fantucci Matteo dell’associazione sportiva dilettantistica judo di Borgolavezzaro, per tornare ad essere dei judoka nel massimo rispetto delle regole e soprattutto dell’avversario.

Manuela Donati