Le pigotte non sono le bambole descritte da Gianni Rodari nella sua poesia, infatti, quest’ultime hanno tutto… “letto, carrozzina e mobili da cucina…” ma nell’ultimo verso, il più significativo, si legge: “… ci sono bambini che non hanno niente”.
Forse è proprio così… le pigotte sono bambole di pezza “speciali”, realizzate a mano da volontari di tutte le età, in grado di aiutare i bimbi che non hanno nulla. Ogni pigotta è protagonista di un cerchio d’amore che coinvolge e unisce chi la realizza, chi decide attraverso l’adozione di compiere un gesto di solidarietà e il bambino che avrà la possibilità di sopravvivere, di crescere e di sorridere al futuro grazie agli aiuti dell’UNICEF.
Giovedì 14 novembre, i ragazzi di classe quarta e quinta, della scuola primaria: “Giovanni Pascoli” di Vespolate, supportati dalle gentilissime signore dell’associazione “Amici della biblioteca”, hanno iniziato a creare le meravigliose pigotte da adottare. Nella parte pratica del confezionamento è stato commovente vedere mani esperte guidare piccole mani che con entusiasmo, con buona volontà e credendoci si cimentavano nell’arte del taglio e del cucito.
Gli alunni, in un secondo momento, sono stati guidati a riflettere profondamente sulle reali finalità di questa attività, partendo dai giusti principi indicati nella “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” (20 novembre 1989) e sul compito fondamentale che riveste l’UNICEF nel raggiungere ogni bambino in pericolo, ovunque si trovi, portando vaccini, alimenti terapeutici, costruendo pozzi, scuole e portando assistenza.
Ecco alcuni versi per continuare a riflettere ed essere solidali…
Manuela Donati
“Adotta una pigotta”
L’UNICEF è un istituto
che da sempre porta aiuto:
i bambini da salvare,
la pigotta da adottare.
È una bambola di pezza
che ti ruba una carezza,
con un piccolo nasino,
e due occhi grandi, grandi,
che ti guardano raggianti.
Dal vivace grembiulino
dell’amato paesino,
con lo scialle ricamato
sulle spalle, lì posato.
Or si mette in eleganza
per volare nella danza.
Lei è pure sbarazzina
indossando la vestina,
disinvolta in pantaloni,
senza spille ne bottoni
e la bella minigonna
o la sottana della nonna.
È creata da signore,
che lavorano col cuore,
coi bimbi nella mente
spenti già alla sorgente,
molto fragili e sperduti
certe volte nei rifiuti,
che scordati dai potenti
sono soli e sofferenti.
Non fa nulla se di pezza,
tu regali una carezza
ad un bimbo assai lontano
bisognoso di una mano,
bisognoso di speranza
di calore e fratellanza.
Quando a volte piano piange
se una mano gli si stringe,
ecco accendersi il sorriso…
non più lacrime sul viso.
Forse sogna la pigotta
che la terra non sia rotta,
forse sogna… chi lo sa…
un cestino di bontà.
Norma Bombelli