Durante la festa patronale di Cerano, svoltasi nelle prime due settimane di Settembre, la comunità ha avuto il privilegio di ospitare una mostra unica nel suo genere, dal titolo “C’erano una volta gli Antichi Mestieri”. Organizzata con passione dalla Pro Loco di Cerano e curata meticolosamente da Germano De Grandis, l’esposizione si è rivelata uno dei momenti più apprezzati dell’evento, perché ha riportato in vita le tradizioni del paese per le vecchie e nuove generazioni.
Per permettere anche alle scolaresche di immergersi in questo viaggio nel passato, la mostra è stata prolungata anche nel mese di ottobre, offrendo così a studenti e docenti un’occasione preziosa di scoperta e confronto da vivere insieme. La competenza di Germano De Grandis ha saputo presentare ogni oggetto con cura storica e passione agli alunni e alle insegnanti che hanno scelto di visitare la mostra. Il risultato è stato un percorso espositivo coinvolgente, pensato per raccontare ai più giovani la vita, il lavoro e i valori delle generazioni che ci hanno preceduto.
Antichi strumenti di lavoro e mestieri dimenticati
Visitando la mostra, gli studenti sono stati accolti da una sorprendente varietà di strumenti antichi, testimonianza di mestieri oggi quasi scomparsi ma fondamentali nella storia locale. All’ingresso spiccano gli strumenti dei vinaioli, tra cui fiaschi, damigiane in vetro, che evocano profumi e atmosfere d’altri tempi, ricordando che in passato, prima delle estese risaie, il territorio di Cerano non era pianeggiante come oggi e c’erano diversi vigneti.
La mostra dedica uno spazio anche ai mestieri artigiani: il banco del macellaio, con le sue lame e bilance, l’arrotino ambulante con la sua ruota affilatrice montata su una bicicletta, il selciatore, con gli attrezzi per pavimentare strade e cortili usando i sassi raccolti lungo il Ticino. Ogni oggetto è accompagnato da spiegazioni semplici ma efficaci, racconti e aneddoti, volti a far comprendere ai visitatori la funzione e l’ingegno necessari per svolgere queste professioni. Gli alunni ascoltano, ammirati e meravigliati, seduti su un barcone, imbarcazione tipica per navigare lungo le sponde del nostro fiume, alle loro spalle campeggia una gigantografia con l’immagine del Ticino sullo sfondo.
Uno degli angoli dell’esposizione più apprezzati dai bambini è senza dubbio la fedele ricostruzione di una piccola aula scolastica d’altri tempi. Qui, i ragazzi possono osservare da vicino un banco di legno, il calamaio, la cattedra del maestro, i pennini e persino una vecchia cartella di cartone, oltre alla stufa usata per scaldare le aule. Questo spazio invita a riflettere su come sia cambiato il modo di apprendere e su quanto la scuola abbia rappresentato, ieri come oggi, un luogo centrale nella crescita di ogni individuo.
Uno scopo educativo e un ponte tra generazioni
La mostra non è soltanto un’esposizione di oggetti del passato, ma un vero e proprio laboratorio di memoria collettiva. Permette agli studenti di toccare con mano la storia, di capire quanto lavoro, ingegno e sacrificio ci siano dietro le comodità di oggi. Attraverso il confronto tra passato e presente, i ragazzi imparano a valorizzare ciò che hanno e a rispettare il cammino di chi li ha preceduti. Un proverbio dice: “Chi non conosce la propria storia è destinato a ripeterla”; eventi come questo sono fondamentali per formare cittadini consapevoli e attenti.
Un sentito ringraziamento va a chi ha reso possibile questa iniziativa: insieme, costruiamo un ponte tra passato e futuro, perché le radici di oggi diventino i frutti di domani.
Cristiana Ruggerone


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